mercoledì 7 luglio 2010

Cappella dei Domenicani della Madonna del Rosario a Vence, 1948-51


All’età di 82 anni, quando Matisse terminò la costruzione della Cappella di Vence, la commentò con gli occhi pieni di lacrime: "Non mi ringraziate, non ne ho il diritto, io non ho fatto che il mio dovere: io sono stato forzato a fare questo, sono stato spinto". (Henri Matisse, al termine della Cappella di Vence, Questa attività assorbì dal 1948 al 1951 l'attività di Matisse, il quale, colto da grande entusiasmo, decise di eseguire egli stesso la pittura su vetro, di disegnare l’arredamento (compreso il confessionale, le acquasantiere, il portacandele dell'altare, il tabernacolo, il leggio…) e, con l’aiuto di Rayssiguier, di progettare la costruzione dell’edificio.
In questa opera il ruolo decisivo lo svolge l’illuminazione; infatti la parte più avvincente della cappella è proprio il gioco di luce ed ombra che Matisse ha creato filtrando i raggi del sole attraverso grandi vetrate colorate opache o trasparenti che rappresentano: fiori ornamentali che sfiorandosi alternativamente in alto e in basso formano delle continue onde orizzontali gialle e blu o forme di filodendro di colore giallo intenso disposte su sfondo blu e verde.
Sulle pareti, che fanno contrasto con le vetrate poiché presentano unicamente tonalità bianche e nere, vi sono tre tavole di ceramica, composte da piastrelle bianche smaltate della grandezza di 20x20 sulle quali vi sono disegni filiformi tracciati con un pennello intinto appunto di sola pittura nera. Esse raffigurano, la Madonna con il bambino Gesù, San Domenico e le tappe della Via Crucis e sono dipinte in modo molto particolare poiché non sono state rappresentate, come nella maggior parte dei casi, ricche di particolari, bensì Matisse ha deciso di stilizzarle riducendo la loro raffigurazione allo stretto necessario. Inoltre i due dipinti rappresentanti la Madonna che giace tra forme floreali tra cui vi è scritto il saluto “AVE” e S. Domenico che ricorda il tronco di un albero dal quale cresce come un ramo il braccio con il libro, appaiono molto statici, mentre la rappresentazione della Via Crucis presenta un maggiore dinamismo. Durante l’elaborazione dei tre pannelli Matisse fu indeciso sul fatto se rappresentare o no i visi dei soggetti e alla fine decise di attribuire i tratti del viso unicamente a Cristo per rilevare il fatto che solo Lui deve imporci la Sua personalità al contrario del Santo, il quale ognuno ha il diritto di immaginarlo come desidera.

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